La strada per raggiungere un obiettivo può non essere lineare, come si fa?
“Non è quasi mai lineare, in verità, perché se lo fosse non ci sarebbe bisogno del coach. Il Coaching porta la persona a sviluppare il cosiddetto pensiero laterale, cioè modi diversi di vedere la cosa e diversi modi per arrivare a ottenerla. Molte volte ti auto-convinci di non potercela fare e ti poni tu stesso un limite, oppure sei influenzato dal giudizio degli altri, dall’educazione ricevuta. Sono le cosiddette credenze limitanti. Attraverso le domande di esplorazione e le domande efficaci la persona si vede in modo diverso e vede in modo alternativo il percorso che ha davanti. Nel rispondere al coach la persona risponde a se stessa”.
Per fare domande serve saper ascoltare, giusto?
“Usiamo una tecnica che si chiama ascolto efficace. Si tratta di un ascolto vero, rispettoso dell’altra persona, dei suoi tempi, che si basa anche sul non verbale e sul paraverbale. Nel Coaching, come anche nella vita, il non detto è spesso più vero del detto”.