Sentirsi realizzati, in equilibrio con se stessi, con chi ci circonda e con il proprio lavoro. Anna (nome di fantasia) ha intrapreso pochi mesi fa un percorso di life coaching assieme al nostro coach Massimo Calvi. Anna, come racconta nell’intervista, era in un periodo di stallo della propria vita, indecisa su come sentirsi più realizzata e felice. A distanza di mesi la sua situazione è decisamente cambiata, vediamo come.
Quali bisogni ti hanno spinto a rivolgerti al coaching? Quando hai cominciato in quale ambito sentivi di aver necessità di cambiare? Lavoro? Vita privata?
“Mi sono rivolta a un coach perché non riuscivo a prendere decisioni di nessun tipo, mi sembrava di essere ferma e sentivo la necessità di fare ordine nei miei pensieri per capire quale direzione prendere! Sentivo l’urgenza di apportare modifiche alla mia vita, sia in ambito lavorativo che, soprattutto, privato!”
Il tuo è stato un percorso di life coaching, ne avevi mai sentito parlare prima?
“Non avevo mai sentito parlare di life coaching. Prima ho fatto una ricerca su internet, poi, il giorno in cui la situazione era diventata insopportabile, ho scritto al coach e ho preso contatto per un primo incontro!”
Quanto è durato il tuo percorso con il coach?
“Abbiamo fatto sei sedute di coaching”.
Definire gli obiettivi da raggiungere è stato difficile?
“Assolutamente no! Ho definito gli obiettivi da raggiungere assieme al coach ed è stato più semplice di quanto potessi immaginare e sperare”.
Pensi che il coaching abbia contribuito a risvegliare delle potenzialità che già avevi in te?
“Quello di cui sono certa è che, indubbiamente, mi ha aiutato a prendere decisioni e a passare all’azione, superando quel periodo di impasse e di blocco che mi aveva messo in crisi”.
Il tuo piano d’azione è scaturito facilmente o è stato complicato definire cosa fare e come farlo? In pratica, come sei arrivata a capire il da farsi?
“È stato più semplice di quello che potessi immaginare! Ho scritto quello che volevo fare, mi sono data un tempo in cui passare all’azione e provare. Successivamente, sulla base dell’esperienza fatta, ho potuto decidere con cognizione di causa le mosse da fare”.
Terminato il percorso di coaching hai avuto momenti di difficoltà o di dubbio rispetto alla tua esperienza?
“No, nessun dubbio rispetto agli obiettivi fissati, raggiunti e al percorso fatto. Il coach mi ha certamente aiutato a prendere decisioni e delineare il percorso di azione, che era l’unico modo per superare quella situazione di stallo”.
Hai raggiunto gli obiettivi che ti eri prefissata? Se sì, ci puoi dire quali sono stati i maggiori cambiamenti nella tua vita quotidiana?
“Sì, ho raggiunto i miei obiettivi. Ho capito che mi piace dedicare il mio tempo libero allo yoga e alla meditazione! Così ho iniziato a praticare quella disciplina e ho scelto di andare in vacanza abbinando un ritiro yoga. Poi ho finalmente coronato il mio sogno di visitare l’India, mi sono organizzata il tour e sono partita da sola! Ho cambiato palestra! Ho seguita un corso di fotografia e di indoor climbing!”
Ora ti senti più in equilibrio con te stessa o ritieni che presto dovrai nuovamente fissare nuovi obiettivi?
“Ho nuovamente l’esigenza di darmi obiettivi nuovi! Sono in partenza per una settimana di vacanza studio per riprendere il mio inglese ormai arrugginito e sto valutando se intraprendere da settembre un percorso di full immersion di yoga! Poi vorrei cambiare casa e lavoro!”
Sulla base della tua esperienza, a chi consiglieresti un percorso di coaching?
“A coloro che non hanno le idee chiare rispetto alle proprie attitudini e che non si sentono forti nel prendere decisioni in merito alla propria vita privata o lavorativa. Spesso viviamo momenti di conflitto interiore per cui da soli non è semplice uscirne! Spesso basta poco, una guida esterna, che può aiutare a trovare la giusta motivazione a sbloccare la situazione!”
“Una generale insoddisfazione su come si sta svolgendo la propria esistenza, con conseguente desiderio di cambiare direzione e trovare nuovi obiettivi, è una delle più ricorrenti motivazioni che portano a una richiesta di coaching – spiega Massimo Calvi, coach con credenziali internazionali ACC – ICF -. Dopo un primo contatto attraverso il form del sito con Anna ci siamo sentiti telefonicamente per un primo esame delle esigenze e per comprendere se il coaching fosse lo strumento giusto per lei. Anna ha optato per un percorso in presenza (il coaching si può erogare anche via skype, o telefonicamente, e perfino via chat). Ci siamo dunque incontrati per 6 volte a San Lazzaro di Savena, vicino a Bologna, dove Coach In Bo può disporre di uno studio. La prima volta abbiamo svolto la sessione che io definisco “zero”, che solitamente è gratuita. In tale sessione spiego accuratamente cos’è il coaching, come si applica il metodo e cerco di comprendere la coach-ability della persona, cioè se ci sono le condizioni per affrontare il percorso e se c’è la giusta motivazione a impegnarsi. Alla fine della sessione zero si sottoscrive il patto di coaching, ossia il contratto con il quale vengono definiti i dettagli logistici ed economici del rapporto. Anna è stata fin da subito reattiva al metodo. Ricordo che già nel corso della sessione zero le rivolsi una domanda che si dimostrò efficace. Già a metà del percorso Anna cominciò a definire un piano d’azione molto preciso, molte persone arrivano a questo passaggio finale dopo la sesta sessione, alcuni anche anche alla decima. Le ultime due sessioni le abbiamo dedicate allo svolgimento dei primi passi del piano, che comprendeva anche alcune verifiche e prove. Sono molto soddisfatto di come Anna abbia chiarito con se stessa la direzione su cui incamminarsi e definito quale cambiamento intraprendere per essere più felice. E’ tutto merito suo, lo voglio sottolineare. Come dico sempre il coach non guida e non cerca di convincere, il coach fa “solo” domande.